John William Waterhouse
John William Waterhouse nacque nel 1849, anno in cui
Dante Gabriel Rossetti espose EcceAncilla Domini, opera fondamentale per la nascita del movimento preraffaellita.
Waterhouse, per ovvie ragioni anagrafiche, non fece parte del manipolo di
giovani pittori ribelli che diede vita al Preraffaellismo; non riuscì a
partecipare alla vita della Confraternita, eppure le sue opere sono ascrivibili
a questo movimento.
Proprio come accade a Rossetti, anche la biografia di Waterhouse
fu legata all’Italia, poiché il pittore nacque a Roma. Il soprannome con cui
venne ribattezzato in famiglia su Nino.
Waterhouse, col passare degli anni, maturò uno stile
decisamente più vicino al Preraffaellismo, soprattutto per l’ispirazione alle
leggende medievali, la rappresentazione della natura, l’uso dei colori, la
centralità della figura femminile e ciò che essa comunica. In ogni suo quadro
vediamo donne bellissime e fatali, immerse nei loro pensieri, flessuose,
aggraziate e dalla lunga chioma, donne di cui noi spettatori vorremmo penetrare
il velo di mistero che le avvolge.
Nella sua produzione possiamo trovare alcuni
miti/leggende che gli sono particolarmente cari. In primis, la storia di
Ofelia, la donna che nel dramma di Shakespeare muore in preda alla pazzia, la
più innocente delle vittime della vendetta di Amleto. Waterhouse la rappresenta
in moltissimi quadri, nel momento precedente la morte della fanciulla. La vediamo
pettinarsi ed acconciarsi di fiori i lunghi capelli, adagiarsi mollemente sul
prato, camminare nel bosco, fiore bellissimo lei stessa, piena di eleganza e
grazia anche se nei suoi occhi si scorge già la follia.
Un’altra leggenda che gli sta particolarmente a cuore è
quella della Lady of Shalott, mito
medievale reso celebre dall’omonimo poema di Alfred Tennyson. E’ una leggenda
molto enigmatica, in cui la protagonista è ancora una bellissima fanciulla
destinata ad una tragica morte. La Lady in questione, infatti, era stata
condannata a rimanere rinchiusa tutta la vita in una torre, senza poter
guardare il mondo, nemmeno dalla finestra. L’unica cosa che poteva fare, era
guardare il riflesso di ciò che accadeva fuori, attraverso uno specchio. Un giorno,
però, nello specchio vide il bellissimo Lancillotto, e se ne innamorò
perdutamente
Sempre a proposito di quadri ispirati a poemi, vorrei
menzionare il bellissimo La belle dame
sans merci, tratto da un’opera di Keats. La belle dame in questione questa
volta non è vittima ma carnefice: è la bellissima figlia di una fata, che fa
innamorare di sé un cavaliere per poi abbandonarlo, condannandolo all'oblio dell’anima. Molti pittori ritrassero la dama e il cavaliere, ma Waterhouse fu
senza dubbio quello che mise più in luce la sensualità del loro incontro, la
grazia selvaggia della dama e la capitolazione del cavaliere, che pur provando
con tutte le sue forze a resistere non riesce a scappare e si arrende all'attrazione esercitata dalla donna fatata. Waterhouse ritrae proprio quel
momento: il momento in cui la dama allaccia a sé indissolubilmente il
cavaliere, e il laccio viene rappresentato dai lunghi capelli rossi, fortissimo
simbolo di bellezza in Waterhouse. La donna ha la pelle diafana, le labbra
rosse e i piedi nudi, e ormai al cavaliere non rimane che arrendersi alla sua
sensualità.
La vita di Waterhouse fu completamente dedicata all’arte,
alla trasposizione su tela di queste donne meravigliose, che hanno ancora
tantissimo da comunicarci. Fu un pittore
molto prolifico, che amava dipingere su grandi tele. Dipinse fino alla sua
morte, avvenuta nel 1915 a causa di un cancro; ora è sepolto assieme alla
moglie nel Kensal Green Cemetery di Londra. Lasciò a metà la sua ultima opera:
un ritratto di Ofelia.
Nota: un ottimo sito per vedere tutte le opere di Waterhouse è http://www.jwwaterhouse.com/
Questo approfondimento è legato al racconto a puntate Niamh delle fate, una musa preraffaellita
Hylas e le ninfe |
Cinque anni dopo la sua nascita, la famiglia di Waterhouse si trasferì a Londra,
nel quartiere di South Kensington. I genitori, entrambi pittori, lo avviarono
alle arti e infatti nel 1870 fu iscritto alla Royal Academy.
Le sue prime opere erano di ispirazione nettamente neoclassica,
forse anche per l’influenza del primo periodo della sua vita, vissuto nella
capitale italiana. Il suo primo quadro famoso fu Il Sonno e la sua sorellastra Morte, un’opera allegorica e molto
apprezzata che lo rese celebre a soli 25 anni. Nove anni dopo, nel 1883, sposò Esther
Kenworthy, figlia del suo maestro d’arte e pittrice lei stessa, tanto che
espose le sue opere alla Royal Academy, proprio come il marito. Ebbero due
figli ma purtroppo morirono entrambi in tenerissima età.
Il sonno e la sua sorellastra morte |
Boreas |
Ophelia |
« Con zoccoli bruniti passava il suo
cavallo;
Da sotto il suo elmo fluirono
I suoi riccioli neri come carbone mentre cavalcava,
Mentre cavalcava verso Camelot.» (Alfred Tennyson)
Da sotto il suo elmo fluirono
I suoi riccioli neri come carbone mentre cavalcava,
Mentre cavalcava verso Camelot.» (Alfred Tennyson)
La
fanciulla non riuscì a resistere e corse alla finestra per guardarlo. Quello
sguardo però l’aveva condannata a morte, e lei lo sapeva. Con le ultime forze,
decise di uscire dalla torre che l’aveva tenuta prigioniera fin dalla nascita. Sul
lago che circondava il castello, c’era una barchetta che portava scritto il suo
nome: la giovane ci salì sopra e si fece trasportare dalla corrente. La ritrovò
proprio Lancillotto, che rimpianse la bellezza ormai senza vita della Lady.
Waterhouse
ritrasse la Lady di Shalott in diversi momenti della vicenda:
mentre filava (suo unico passatempo), mentre scorgeva
il riflesso di Lancillotto, mentre si spegneva piano piano a bordo della barca.
Se volete saperne di più sulla leggenda e sulle sue rappresentazioni preraffaellite cliccate QUI.
Se volete saperne di più sulla leggenda e sulle sue rappresentazioni preraffaellite cliccate QUI.
The lady of Shalott |
La belle dame sans merci |
Nota: un ottimo sito per vedere tutte le opere di Waterhouse è http://www.jwwaterhouse.com/
Questo approfondimento è legato al racconto a puntate Niamh delle fate, una musa preraffaellita
Commenti
;-)
bel post!!!
se posso esprimere il mio alto indice di gradimento, va sicuramente a Ophelia e Boreas che mi hanno conquistata.
hanno un fascino incredibile, soprattutto il secondo con lo sguardo e anche un alone di mistero che trasmette emozione, narrazione, la sensibilità dell'artista.
molto molto emozionanti!!!
;-)
Quando avete tempo passate al Rifugio che c'è un premio per il vostro blog
Ciaooo
@Silvia: bè, per le immagini bisogna fare i complimenti a Waterhouse! ;-)
@Pupi: hai descritto molto bene Boreas, anche a me trasmette quelle emozioni!!
@Silvia: perfetto!
@MAx: grazie mille!
@Arwen: giusto, devo ancora passare!
@Sara: Prego! ^___^
@Darjo: altrettanto... anche se ormai è ora di dire buon fine settimana! Che bello!
@Camilla: sono contenta che anche tu sia un'appassionata!!
@Turista: la leggenda della Lady of Shalott non manca mai di emozionarmi e commuovermi, e la rapprensentazione che ne ha fatto Waterhouse esalta ancora di più il suo velo di struggente magia.