John William Waterhouse

John William Waterhouse nacque nel 1849, anno in cui Dante Gabriel Rossetti espose EcceAncilla Domini, opera fondamentale per la nascita del movimento preraffaellita. Waterhouse, per ovvie ragioni anagrafiche, non fece parte del manipolo di giovani pittori ribelli che diede vita al Preraffaellismo; non riuscì a partecipare alla vita della Confraternita, eppure le sue opere sono ascrivibili a questo movimento.
Hylas e le ninfe
Proprio come accade a Rossetti, anche la biografia di Waterhouse fu legata all’Italia, poiché il pittore nacque a Roma. Il soprannome con cui venne ribattezzato in famiglia su Nino
Cinque anni dopo la sua nascita, la famiglia di Waterhouse si trasferì a Londra, nel quartiere di South Kensington. I genitori, entrambi pittori, lo avviarono alle arti e infatti nel 1870 fu iscritto alla Royal Academy.
Le sue prime opere erano di ispirazione nettamente neoclassica, forse anche per l’influenza del primo periodo della sua vita, vissuto nella capitale italiana. Il suo primo quadro famoso fu Il Sonno e la sua sorellastra Morte, un’opera allegorica e molto apprezzata che lo rese celebre a soli 25 anni. Nove anni dopo, nel 1883, sposò Esther Kenworthy, figlia del suo maestro d’arte e pittrice lei stessa, tanto che espose le sue opere alla Royal Academy, proprio come il marito. Ebbero due figli ma purtroppo morirono entrambi in tenerissima età.
Il sonno e la sua sorellastra morte
Waterhouse, col passare degli anni, maturò uno stile decisamente più vicino al Preraffaellismo, soprattutto per l’ispirazione alle leggende medievali, la rappresentazione della natura, l’uso dei colori, la centralità della figura femminile e ciò che essa comunica. In ogni suo quadro vediamo donne bellissime e fatali, immerse nei loro pensieri, flessuose, aggraziate e dalla lunga chioma, donne di cui noi spettatori vorremmo penetrare il velo di mistero che le avvolge.
Boreas
Nella sua produzione possiamo trovare alcuni miti/leggende che gli sono particolarmente cari. In primis, la storia di Ofelia, la donna che nel dramma di Shakespeare muore in preda alla pazzia, la più innocente delle vittime della vendetta di Amleto. Waterhouse la rappresenta in moltissimi quadri, nel momento precedente la morte della fanciulla. La vediamo pettinarsi ed acconciarsi di fiori i lunghi capelli, adagiarsi mollemente sul prato, camminare nel bosco, fiore bellissimo lei stessa, piena di eleganza e grazia anche se nei suoi occhi si scorge già la follia.
Ophelia
Un’altra leggenda che gli sta particolarmente a cuore è quella della Lady of Shalott, mito medievale reso celebre dall’omonimo poema di Alfred Tennyson. E’ una leggenda molto enigmatica, in cui la protagonista è ancora una bellissima fanciulla destinata ad una tragica morte. La Lady in questione, infatti, era stata condannata a rimanere rinchiusa tutta la vita in una torre, senza poter guardare il mondo, nemmeno dalla finestra. L’unica cosa che poteva fare, era guardare il riflesso di ciò che accadeva fuori, attraverso uno specchio. Un giorno, però, nello specchio vide il bellissimo Lancillotto, e se ne innamorò perdutamente
« Con zoccoli bruniti passava il suo cavallo;
Da sotto il suo elmo fluirono
I suoi riccioli neri come carbone mentre cavalcava,
Mentre cavalcava verso Camelot.» (Alfred Tennyson)
La fanciulla non riuscì a resistere e corse alla finestra per guardarlo. Quello sguardo però l’aveva condannata a morte, e lei lo sapeva. Con le ultime forze, decise di uscire dalla torre che l’aveva tenuta prigioniera fin dalla nascita. Sul lago che circondava il castello, c’era una barchetta che portava scritto il suo nome: la giovane ci salì sopra e si fece trasportare dalla corrente. La ritrovò proprio Lancillotto, che rimpianse la bellezza ormai senza vita della Lady.
Waterhouse ritrasse la Lady di Shalott in diversi momenti della vicenda:
mentre filava (suo unico passatempo), mentre scorgeva il riflesso di Lancillotto, mentre si spegneva piano piano a bordo della barca.
Se volete saperne di più sulla leggenda e sulle sue rappresentazioni preraffaellite cliccate QUI.
The lady of Shalott
Sempre a proposito di quadri ispirati a poemi, vorrei menzionare il bellissimo La belle dame sans merci, tratto da un’opera di Keats. La belle dame in questione questa volta non è vittima ma carnefice: è la bellissima figlia di una fata, che fa innamorare di sé un cavaliere per poi abbandonarlo, condannandolo all'oblio dell’anima. Molti pittori ritrassero la dama e il cavaliere, ma Waterhouse fu senza dubbio quello che mise più in luce la sensualità del loro incontro, la grazia selvaggia della dama e la capitolazione del cavaliere, che pur provando con tutte le sue forze a resistere non riesce a scappare e si arrende all'attrazione esercitata dalla donna fatata. Waterhouse ritrae proprio quel momento: il momento in cui la dama allaccia a sé indissolubilmente il cavaliere, e il laccio viene rappresentato dai lunghi capelli rossi, fortissimo simbolo di bellezza in Waterhouse. La donna ha la pelle diafana, le labbra rosse e i piedi nudi, e ormai al cavaliere non rimane che arrendersi alla sua sensualità.
La belle dame sans merci
La vita di Waterhouse fu completamente dedicata all’arte, alla trasposizione su tela di queste donne meravigliose, che hanno ancora tantissimo da comunicarci.  Fu un pittore molto prolifico, che amava dipingere su grandi tele. Dipinse fino alla sua morte, avvenuta nel 1915 a causa di un cancro; ora è sepolto assieme alla moglie nel Kensal Green Cemetery di Londra. Lasciò a metà la sua ultima opera: un ritratto di Ofelia.

Nota: un ottimo sito per vedere tutte le opere di Waterhouse è http://www.jwwaterhouse.com/

Questo approfondimento è legato al racconto a puntate Niamh delle fate, una musa preraffaellita

Commenti

Silvia ha detto…
Bellissimo approfondimento! Bellissime immagini quelle che hai scelto a corredo dell'articolo!

;-)
Pupottina ha detto…
ciao Vele
bel post!!!
se posso esprimere il mio alto indice di gradimento, va sicuramente a Ophelia e Boreas che mi hanno conquistata.
hanno un fascino incredibile, soprattutto il secondo con lo sguardo e anche un alone di mistero che trasmette emozione, narrazione, la sensibilità dell'artista.
molto molto emozionanti!!!
Silvia ha detto…
Ho linkato da me anche questo approfondimento!

;-)
max ha detto…
interessante come sempre, è un piacere leggerti
Arwen Elfa ha detto…
Un saluto e buona continuazione di settimana.
Quando avete tempo passate al Rifugio che c'è un premio per il vostro blog
Ciaooo
Sara Pugliese ha detto…
Grazie per questi approfondimenti.
Anonimo ha detto…
Ti auguro una buona giornata e buona settimana :D
Camilla P. ha detto…
Post veramente interessantissimo, Waterhouse è uno dei miei pittori preferiti! :D
Unknown ha detto…
tragica, struggente e bellissima la storia di Lady Shalott e il quadro??? Pazzescamente bello. Povera Lady...
Vele Ivy ha detto…
@Luigi: grazie :-)

@Silvia: bè, per le immagini bisogna fare i complimenti a Waterhouse! ;-)

@Pupi: hai descritto molto bene Boreas, anche a me trasmette quelle emozioni!!

@Silvia: perfetto!

@MAx: grazie mille!

@Arwen: giusto, devo ancora passare!

@Sara: Prego! ^___^

@Darjo: altrettanto... anche se ormai è ora di dire buon fine settimana! Che bello!

@Camilla: sono contenta che anche tu sia un'appassionata!!

@Turista: la leggenda della Lady of Shalott non manca mai di emozionarmi e commuovermi, e la rapprensentazione che ne ha fatto Waterhouse esalta ancora di più il suo velo di struggente magia.

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