Il kebab turco
C'è differenza tra il kebab turco e quello arabo; non so entrare nello specifico della ricetta, ma il mio palato vi può assicurare che è così.
E ancora di più: c'è differenza tra il kebab di Hidir e tutti gli altri kebab del mondo.
Chi è Hidir? Un ragazzo turco che io e Paolino abbiamo conosciuto diversi anni fa. Io frequentavo l'università a Padova, Paolino viveva in un bilocale a Milano città, in Bovisa. La zona era centrale, anche se decisamente poco bella dal punto di vista paesaggistico; eppure ho un bellissimo ricordo di quel nostro nido che condividevamo nei fine settimana in cui andavo a trovarlo.
A Bovisa c'erano tantissimi stranieri e parecchie rosticcerie. Hidir aveva un negozio di kebab turco, appunto: quel kebab delizioso accompagnato da riso e salsine buonissime, che non potrò mai dimenticare.
Per anni abbiamo ordinato il suo kebab, e lui ce lo portava sempre puntuale e con un sorriso simpatico e gentile.
Finché un giorno, dopo la mia laurea, quando è venuto a portarci il kebab gli abbiamo annunciato che quella era l'ultima ordinazione. Avevamo appena trovato casa in provincia e ci saremo trasferiti il giorno dopo.
Hidir si dimostrò dispiaciuto e ci chiese se avessimo bisogno d'aiuto nel trasloco, poi ci disse di aspettarlo quella sera, perché voleva salutarci per bene. Dopo il suo giro di consegne ci venne a trovare con una bottiglia di spumante! Parlammo tutti e tre insieme per ore, raccontandoci le nostre vite come se ci conoscessimo da sempre.
Hidir aveva vissuto in Germania ma non si era trovato molto bene. In Italia, invece, l'atteggiamento delle persone gli ricordava di più la cordialità turca. Lui era di Istanbul e quindi gli chiedemmo perché avesse lasciato quella bellissima città... la spiegazione era semplice. Hidir era ateo e non poteva sopportare la crescente islamizzazione imposta dal governo. Quando cominciò a vedere sempre più donne col velo e costrette a camminare due passi dietro l'uomo, fuggì dalla capitale turca.
Quest'anno io e Paolino volevamo andare a fare un giro nel paese di Hidir. Avevamo programmato il tour dei nostri sogni: Istanbul, Pamukkale, Efeso, il Mar Egeo... i tesori di questa terra sono innumerevoli. Però i moti degli ultimi giorni ci hanno spinti a rinviare il viaggio.
In Turchia stanno combattendo tanti giovani e alcuni purtroppo sono morti. Giovani che hanno lo stesso desiderio di Hidir: uno stato laico e libero. Io spero con tutto il cuore che questo sogno si avvererà.
W la libertà e W la Turchia.
E ancora di più: c'è differenza tra il kebab di Hidir e tutti gli altri kebab del mondo.
Chi è Hidir? Un ragazzo turco che io e Paolino abbiamo conosciuto diversi anni fa. Io frequentavo l'università a Padova, Paolino viveva in un bilocale a Milano città, in Bovisa. La zona era centrale, anche se decisamente poco bella dal punto di vista paesaggistico; eppure ho un bellissimo ricordo di quel nostro nido che condividevamo nei fine settimana in cui andavo a trovarlo.
A Bovisa c'erano tantissimi stranieri e parecchie rosticcerie. Hidir aveva un negozio di kebab turco, appunto: quel kebab delizioso accompagnato da riso e salsine buonissime, che non potrò mai dimenticare.
Per anni abbiamo ordinato il suo kebab, e lui ce lo portava sempre puntuale e con un sorriso simpatico e gentile.
Finché un giorno, dopo la mia laurea, quando è venuto a portarci il kebab gli abbiamo annunciato che quella era l'ultima ordinazione. Avevamo appena trovato casa in provincia e ci saremo trasferiti il giorno dopo.
Hidir si dimostrò dispiaciuto e ci chiese se avessimo bisogno d'aiuto nel trasloco, poi ci disse di aspettarlo quella sera, perché voleva salutarci per bene. Dopo il suo giro di consegne ci venne a trovare con una bottiglia di spumante! Parlammo tutti e tre insieme per ore, raccontandoci le nostre vite come se ci conoscessimo da sempre.
Hidir aveva vissuto in Germania ma non si era trovato molto bene. In Italia, invece, l'atteggiamento delle persone gli ricordava di più la cordialità turca. Lui era di Istanbul e quindi gli chiedemmo perché avesse lasciato quella bellissima città... la spiegazione era semplice. Hidir era ateo e non poteva sopportare la crescente islamizzazione imposta dal governo. Quando cominciò a vedere sempre più donne col velo e costrette a camminare due passi dietro l'uomo, fuggì dalla capitale turca.
Quest'anno io e Paolino volevamo andare a fare un giro nel paese di Hidir. Avevamo programmato il tour dei nostri sogni: Istanbul, Pamukkale, Efeso, il Mar Egeo... i tesori di questa terra sono innumerevoli. Però i moti degli ultimi giorni ci hanno spinti a rinviare il viaggio.
In Turchia stanno combattendo tanti giovani e alcuni purtroppo sono morti. Giovani che hanno lo stesso desiderio di Hidir: uno stato laico e libero. Io spero con tutto il cuore che questo sogno si avvererà.
W la libertà e W la Turchia.
Commenti
Istanbul deve essere qualcosa di meraviglioso. Almeno a livello artistico - che è la cosa che della città ho studiato di più - deve essere un crocevia ricchissimo. L'Italia e la Turchia, da quel punto di vista, sono legate a doppio nodo! Gli scontri di questi giorni mi stanno colpendo molto, ma ti dimostrano quanto ricco, vivo e vitale sia quel Paese.
E poi, sul Kebab che dire? Chi non lo ha mangiato? Chi non ha esagerato con salse e verdure? Fuori un negozio di Roma ho trovato la dicitura "kebap", mi hanno detto che la sostituzione della b con la p a volte dipende dalla provenienza geografica!
Bello questo post in cui emergono dettagli più privati della Vele che conosciamo; non sapevo che avessi studiato a Padova: io ci vado da almeno dieci anni una volta a settimana e forse ci siamo incontrati in treno senza sapere che un giorno ci saremo conosciuti!
Io non sono mai stata neanche in Turchia, a dire il vero, ma sono certa che è un Paese meraviglioso, e se solo ci potesse essere più tolleranza e più dialogo tra le persone, le cose andrebbero sicuramente meglio... Perciò, mi unisco al tuo augurio!...
@Giardigno: una piazza in tumulto non è mai una cosa di cui rallegrarsi; però se lo scopo è ottenere la libertà, come non dare solidarietà? L'importante è che la protesta non sfoci nel vandalismo.
@Luigi: sì, ho studiato a Padova e ci torno spesso perché abbiamo molti amici e parenti stretti lì. Magari ci siamo incrociati anche recentemente, senza riconoscerci!
:-)
@Veggie: sì, la Turchia dev'essere un paese meraviglioso, ricco di bellezze sia culturali che paesaggistiche. Spero di poterci andare presto.
@Doc: speriamo! Grazie a voi per aver condiviso così affettuosamente questo post così sentito!
@Mari: certo, bisogna difendere questi diritti anche in Italia. Per fortuna, almeno abbiamo qui un governo che garantisce la libertà religiosa...
@Geillis: hai detto benissimo. Non potrà mai entrare in Europa finché rimane governato in questo modo, e tutto ciò mi dispiace davvero tanto.
Io ho fatto un giro per la Turchia ho visto diversi posti tra cui Ankara, Istambul e l'interno in Cappadocia "I Camini delle fate".
Posti indimenticabili .... soprattutto Istambul e la Cappadocia. Istambul all'epoca mi aveva devvero stupito proprio per il suo essere una città europea con tutto quello che ne seguiva e nello stesso tempo non esserlo. Mi ha fatto davvero male vedere quello che sta succedendo in Turchia. Soprattutto perchè parlando con alcuni Turchi durante la mia visita ho sentito come erano Fieri di quello che aveva fatto Ataturk per occidentalizzare la Turchia e farla uscire dall'arretratezza di pensieri fondamentalisti e contro la libertà delle donne che sono presenti nei paesi mussulmani più o meno fortemente.
Invece si trovano un'altra volta di fronte al tentativo di privali delle loro scelte più importanti. Spero come te con tutto il cuore che questi giovani possano riuscire a ri-ottenere quello che desiderano tanto la loro libertà di decidere in primis.
Hai sollevato un tema importante, cioè quello di Atatürk, il "Padre dei Turchi". Tutti ne sono orgogliosi ed è addirittura vietato dalla legge parlarne in termini irrispettosi; eppure, con l'attuale governo sembra che il destino del paese sia quello di andare contro i principi di Atatürk. E' una delle tante contraddizioni della Turchia. Spero che queste proteste servano a dare al paese la svolta giusta, a donare la libertà di pensiero e quella vicinanza all'Europa auspicata da tempo.
Un abbraccio!