Perché la Pimpa piace ancora ai bambini?
Perché la Pimpa piace ancora ai bambini?
Se avete figli che guardano il cartone, risponderete: "Perché è la Pimpa, ecco perché!" riprendendo le parole della sigla.
In effetti la Pimpa ha un nome e un design che affascinano subito i bimbi.
Pimpa: un suono breve, simpatico, che può essere pronunciato anche dai più piccoli.
È disegnata in modo semplice (ma non "tagliato con l'accetta" come Peppa Pig), morbido e dolce. È bianca a pallini rossi. Ha una linguetta che penzola sbarazzina dalla bocca. Insomma, il top del top per i bambini.
Ma non solo. Il suo successo è dato anche dalle storie.
Letti con gli occhi di adulto, i racconti della Pimpa sembrano scritti da qualcuno che si è appena fatto un'abbuffata di funghetti allucinogeni.
Trame bizzarre, surreali fino all'inverosimile.
Ma, per fortuna, i bimbi non hanno i filtri mentali dei grandi.
La forza della Pimpa è che prende elementi della vita di tutti i giorni - una mela, un cappello, un ragno - e li trasporta in un mondo avventure immaginifiche.
Ecco che la mela caduta dall'albero prende in prestito le ali dal canarino, così può tornare sul suo ramo; il cappello portato via dal vento vola fino in Africa, dove la Pimpa lo raggiunge a bordo di una nuvola; il ragno Peppino tesse i gomitoli colorati per confezionare la nuova giacca dell'Armando.
Il bambino riconosce gli oggetti del suo quotidiano, ma nel contempo soddisfa la sua sete di atmosfere fantasiose e fiabesche.
E anch'io, ogni volta che prendiamo un libro della Pimpa in biblioteca, sono proprio curiosa di scoprire con Irene in quale stramba avventura si è cimentata stavolta la nostra eroina.
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