La fiera delle Vanità - Thackeray
Può un libro scritto nell'800 coinvolgere come e più di un romanzo contemporaneo? Sì, soprattutto se si tratta de "La fiera delle vanità". Questo bel tomo di 660 pagine scritte in piccolo mi ha catturata fin dall'inizio e mi ha spinta a divorare la storia con estrema voracità.
I punti di forza? Tanti, a cominciare dai numerosi personaggi, ognuno con la propria vita da raccontare. Thackeray dà importanza non solo a dame e capitani, ma anche ad anziane zitelle, borghesi decaduti, servi, bambini... ognuno con la propria individualità, i diversi sentimenti e le motivazioni che li spingono ad agire in un certo modo.
Naturalmente, ci sono delle figure che spiccano sulle altre. Le più importanti sono Rebecca ed Amelia, che compaiono per la prima volta come fanciulle appena uscite dal collegio.
In una scena iniziale memorabile, crediamo di capire i loro caratteri: mentre la ricca Amelia saluta le compagne piangendo, l'orfana Rebecca scaglia sprezzantemente il suo breviario fuori dalla carrozza. Ma nella Fiera delle Vanità, cioè nel mondo delle apparenze in cui viviamo, nulla è come sembra. Rebecca presto imparerà a recitare la parte della damina angelica per ingraziarsi la gente che conta, mentre Amelia conoscerà le durezze della vita.
Un altro elemento eccezionale è la causticità che permea le vicende narrate. Tutto è visto con la lente dell'ironia, nessuno è risparmiato... Thackeray fa sarcasmo sui suoi personaggi, su sé stesso ed addirittura sul lettore.
Romanzo insomma da non perdere, unico per attualità e vivacità.
Come conclusione, riporto una frase del libro:
Tutto è vanità, lo sappiamo, ma chi non confesserà di voler una parte di questa vanità? Vorrei sapere quale uomo sensato disprezza l'arrosto, soltanto perché è transitorio.
Se volete leggerlo anche voi, ecco un link utile:
La fiera delle vanità
I punti di forza? Tanti, a cominciare dai numerosi personaggi, ognuno con la propria vita da raccontare. Thackeray dà importanza non solo a dame e capitani, ma anche ad anziane zitelle, borghesi decaduti, servi, bambini... ognuno con la propria individualità, i diversi sentimenti e le motivazioni che li spingono ad agire in un certo modo.
Naturalmente, ci sono delle figure che spiccano sulle altre. Le più importanti sono Rebecca ed Amelia, che compaiono per la prima volta come fanciulle appena uscite dal collegio.
In una scena iniziale memorabile, crediamo di capire i loro caratteri: mentre la ricca Amelia saluta le compagne piangendo, l'orfana Rebecca scaglia sprezzantemente il suo breviario fuori dalla carrozza. Ma nella Fiera delle Vanità, cioè nel mondo delle apparenze in cui viviamo, nulla è come sembra. Rebecca presto imparerà a recitare la parte della damina angelica per ingraziarsi la gente che conta, mentre Amelia conoscerà le durezze della vita.
Un altro elemento eccezionale è la causticità che permea le vicende narrate. Tutto è visto con la lente dell'ironia, nessuno è risparmiato... Thackeray fa sarcasmo sui suoi personaggi, su sé stesso ed addirittura sul lettore.
Romanzo insomma da non perdere, unico per attualità e vivacità.
Come conclusione, riporto una frase del libro:
Tutto è vanità, lo sappiamo, ma chi non confesserà di voler una parte di questa vanità? Vorrei sapere quale uomo sensato disprezza l'arrosto, soltanto perché è transitorio.
Se volete leggerlo anche voi, ecco un link utile:
La fiera delle vanità
Commenti
:)
Appena avrò un pò di tempo seguirò il tuo suggerimento e leggerò il libro.
L'ambientazione storica già mi intriga parecchio...
A volte anche cose scritte molto addietro riescono ad essere più attuali di molte cose recenti...
Ottima recensione
Buon inizio settimana ^__^
@Vonetzel: anch'io vado pazza per le ambientazioni storiche!
@Calendula: allora lo devi assolutamente leggere!
@UomoTimorato: sì, in effetti è un bel tomo corposo... però è scorrevole ed intrigante da matti!
@Ele: infatti, l'attualità di certi testi scritti anni addietro a volte è sorprendente!
@Stella: grazie! Buon inizio anche a te!!
Avrei potuto chiamare questa mia assurda invenzione 'ricetta complicata' ma non avrei reso esattamente l'idea. Infatti la ricetta è un sicretismo delle più usuali ricette per le uova.
Ordunque, 2 uova:
nella padella antiaderente si mettono a bollire due dita d'acqua, quando gorgoglia si aggiunge un cucchiaio di aceto di vino bianco o di mele ( e questo sarebbe uova in camicia); mentre l'acqua si scalda si spaccano le uova e si separano i tuorli dall'albume (come si fa per alcune ricette di dolci), gli albumi si raccolgono in una ciotolina e si sbattono con un pizzichino-ino ino di sale, una spruzzata di noce moscata e un goccio di latte ( e qui si fa praticamente una frittata); i tuorli si lasciano nei gusci.
Gli albuni sbattuti si sbattone nell'acqua acetata bollente e si aspetta l'amalgama.
Poi quando la consistenza è evidente si scola l'acqua, si parcheggia temporaneamente la 'frittata' in un piatto, si mette una noce di burro nella padella e quando schiuma si rimette dentro la 'frittata'. Con un cucchiaio si pressa la fritatta in due punti in modo da creare due nidi per i tuorli. Si aggiungono i tuorli, li si sala poco poco poco, e si spruzzano di pepe, poco poco ( e abbiamo le uova al tegamino).
Un sincretismo davvero affascinante, se non si ha di meglio da fare nella vita e se il vino è buono :)
leudo
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera,
e l'infinita vanità del tutto.
Leopardi
^^
grazie x la visita al mio blog...dato che ti piacciono le borse ti farò vedere presto quelle che ha fatto la mia socia !
a presto!
ciao
è vero. il mondo è attratto dalla vanità e finché c'è perché rifiutarla soltanto perché è transitoria?
buon martedì
@Leudo: "ricetta complicata" era un titolo che rendeva benissimo... quando ci vediamo mi fai assistere in diretta alla preparazione, che è meglio!
@Giardigno: grazie per l'angolo di poeticità! :-) In effetti la vanità è un tema che ha sempre ispirato le grandi menti...
@Max: grazie dl complimento, sor Max!
@Dama del bosco: benvenuta!
Ma perchè dici ignoranza? Da quello che ho letto sul tuo blog, ti trovo invece una persona molto sensibile e intelligente! Poi i libri belli sono così tanti che nessuno può averli letti tutti :-)
@Eliana: bene! Attendo di vedere le altre vostre creazioni, allora!
@Pupottina: già, hai afferrato in pieno il concetto!
Bhé comunque ieri ho visto il film e mi ha appassionata, probabilmente prima o poi comprerò il libro!!!
Mi è piaciuto molto e la tua recensione è come sempre impeccabile!!
Certo se George (o Georgy?? bhu) non avesse parlato male di Rebecca al fratello di Amelia (che a sua volta ha dato troppa importanza alle apparenze), la bellissima protagonista si sarebbe risparmiata tantissimi dispiaceri!
In realtà, nel libro, Rebecca è molto più arrivista che nel film, perciò non si fa scoraggiare così facilmente dai dispiaceri! Anch'io l'ho visto quel film e devo dire che non mi è dspiaciuto, anche se non ha certo la carica del libro!