Niamh delle fate, una musa preraffaellita - Ep. 2: Guarda dentro
Disegno di Silvia |
Dal
giorno in cui avevo visto il ritratto di Niamh non avevo fatto altro che
pensare a Thomas Crawley: in qualche modo mi turbava l’idea di non averne mai
sentito parlare prima d’ora, era una sensazione inspiegabile… ma l’idea che non
fosse riuscito ad imprimere il suo nome in maniera indelebile nella storia dell’arte
e del movimento Preraffaellita mi turbava parecchio, possibile che non un
accademico né un addetto ai lavori né un breve trafiletto su un libro si
fossero mai interessati a questa figura della pittura inglese dell’Ottocento?
Per sopperire a tale evidente lacuna, cercai di carpire qualche informazione da
sola facendo un po’ di ricerche in internet, consultando testi in biblioteca,
facendo domande in giro e addirittura provando a chiedere al collezionista del
ritratto… ma le mie ricerche avevano dato risultati sconfortanti nella migliore
delle ipotesi e anzi disastrosi ad essere sinceri: sembrava che a questo mondo
non ci fosse nessuna traccia reale che testimoniasse l’esistenza di un pittore
chiamato Thomas Crawley. Nessuno aveva mai sentito parlare di lui e a nessuno
interessava venire a capo della faccenda. Non esistevano altre sue opere,
nemmeno uno schizzo preparatorio, niente di niente. L’unico indizio a
dimostrazione della sua esistenza era il ritratto di Niamh, unica traccia,
unica certezza, talmente reale da farmi scacciare dalla mente il dubbio che
effettivamente un Thomas Crawley pittore non sia mai esistito, perché benché la
sua natura fosse avvolta nella nebbia dell’oblio il dipinto esisteva, era lì
per restare aggrappato alla realtà e testimoniare che sì effettivamente un
pittore l’aveva dipinto e che una donna aveva posato per quel ritratto.
La belle dame sans merci, Chiara Moriconi |
Il giorno dopo presi il primo autobus disponibile per recarmi ad Oxford, la mia meta era l’Ashmolean Museum & Art of Archaeology dove sono conservati degli schizzi preparatori di Waterhouse, materiale di inestimabile valore per ogni appassionato e grande fonte di ricerche per qualsiasi studioso; la fortuna mi aveva particolarmente assistito perché in quel periodo la sala in cui solitamente erano visibili i quaderni era in ristrutturazione e quindi il fatto che non fossero esposti dava la possibilità agli studiosi autorizzati di analizzarli.
Mentre tastavo con i polpastrelli la lettera scritta dal mio professore che tenevo in tasca che mi autorizzava ad avvicinarmi a quei preziosi quaderni mi sentivo fortunata, onorata e investita da grandi responsabilità! Dopo aver esibito la preziosa missiva ed essere stata condotta nella stanza in cui erano momentaneamente sistemati i quaderni, quasi in apnea e con un nodo in gola per l’emozione afferrai con la massima cautela il quaderno un tempo maneggiato da Waterhouse e lo aprii.
Lo shock fu istantaneo e mi colpì improvvisamente lasciandomi senza parole: nella prima copertina interna c’era uno schizzo che ritraeva una donna identica a Niamh, semigirata e rivolta a qualcosa dietro di lei; una scritta in italiano recava la dicitura “Guarda dentro”. La cosa strana non era tanto la lingua in cui era scritta la frase (il movimento preraffaellita nacque dal pittore di origini italiane Dante Gabriel Rossetti – appassionato di Dante Alighieri – che spesso inseriva frasi italiane nelle sue opere), quanto il senso stesso delle parole.
Bocca baciata, Dante Gabriel Rossetti |
Che cosa
mai doveva guardare dentro? Non individuai nel disegno niente in cui guardare
dentro, eppure qualcosa mi diceva che un senso quella dicitura doveva averlo
senz’altro.
Più
passavano i minuti più non riuscivo a credere a quello che i miei occhi stavano
guardando, com’era possibile che la stessa donna ritratta da Thomas Crawley si
trovasse tra gli schizzi di Waterhouse? Addirittura ritratta in una postura
quasi identica a quella del quadro! Poteva trattarsi di una coincidenza? Se lo
era, doveva essere una coincidenza straordinaria.
Ancora basita e confusa, non mi resi conto che qualcun altro si trovava nella
stanza finché lo sconosciuto in questione, sicuramente uno studioso inglese,
non mi si avvicinò e con un sorriso bonario stampato sulla faccia, indicando il
ritratto di Niamh, prese a spiegarmi l’arcano: Waterhouse aveva commesso un
banale errore di trascrizione nel senso che avrebbe dovuto scrivere “Guarda
dietro” per indicare il disegno, visto che la donna stava guardando dietro di
sé, e non dentro; prima di tornarsene alle sue ricerche l’inglese si
complimentò con me per aver notato l’errore al primo sguardo, anche se non
c’era da stupirsi visto che essendo io italiana non potevo non fare caso al
lapsus di Waterhouse. Quella delucidazione invece di chiarire in parte il
mistero non aveva fatto altro che aumentare le mie perplessità dal momento che
faticavo a dare credito alla storia dell’errore di Waterhouse! Non poteva
trattarsi di una spiegazione tanto banale, anche perché un errore di italiano comunque
non spiegava affatto com’era possibile che un ritratto di Niamh si trovasse tra
gli schizzi di Waterhouse.
Quella
sera in albergo non riuscii a smettere di pensare a quanto accaduto quel
giorno, il ritratto di Niamh riempiva i miei pensieri e quel “Guarda dentro” mi
sembrava quasi una sciarada da risolvere, perché ero convinta che un qualche
enigma si celasse dietro a tutta quella storia. Ormai mi sentivo così coinvolta
nella faccenda che durante la notte sognai Niamh, la bella fanciulla dai capelli
rossi e il sorriso ridente, un’immagine eterea come un sogno che pareva volesse
dirmi qualcosa, indicarmi un percorso da seguire… L’indomani i contorni del
sogno si erano fatti indefinibili ma non abbastanza per impedirmi di portare a
termine ciò che mi ero prefissata. Uscii di buon’ora e tornai al museo, la
fortuna era dalla mia parte perché non c’era ancora nessuno e approfittando
dell’assenza di occhi indiscreti presi un taglierino e con cautela iniziai a
scollare il disegno di Niamh dal quaderno… fino a scoprire che lì sotto erano
nascosti quattro sottili fogli riempiti dalla calligrafia di Waterhouse! Non
potei trattenermi da un istante di autocelebrazione per aver colto in pieno il
suggerimento a guardare dentro, dopodiché infilai velocemente i preziosi fogli
in borsa e con la colla che mi ero opportunamente portata per la mia spedizione
di quella mattina, rincollai il disegno riponendo il tutto con la massima
nonchalance. A quel punto, emozionata, senza parole e con la testa piena di
domande tornai in fretta e furia in albergo e con mani tremanti iniziai a
leggere il contenuto dei fogli: una lettera scritta da Waterhouse nel 1893.Racconto a puntate ideato e scritto da Silvia e Vele Ivy
Nota delle autrici: i commenti più belli verranno pubblicati nell'ebook che creeremo per raccogliere tutta la storia!
Commenti
Molto appassionante!
Scherzi a parte, BRAVISSIMA/E, questa storia coinvolge moltissimo.
A lunedì!
Ciao ciao
Cri
^__^
brave! lo avevo già detto, ma lo ripeto: non è semplice imbastire un intreccio e lasciarlo avvolto nel mistero senza lasciarsi sfuggire qualche indizio... io al momento non ne ho letti, a meno che siano nella lettera
:)
strillo
Seguo con piacere queste vicende pittoriche, da grande appassionata di arte e della sua storia ;).
^___________^
@Cri: Grazie anche a te! Per il contenuto della lettera, ti aspettiamo lunedì! ;-)
@Strillo: nella lettera si comincerà a dipanare il mistero, garantito!!
@Luigi: gentilissimo!
@Veronica: bene, condividiamo le stesse passioni... sei capitata nel romanzo a puntate giusto!
^___^
@Pupi: grazie Pupi!
@Darjo: grazie del tempo che ci hai dedicato!!
@max: e certo, se no che gusto c'è?? :-P
;-)
Un sorriso
@Luigi: un sorriso anche a te!
@Mari: sì, comincerete a scoprirne la storia!!
@DOC: aiuto, questo episodio non voleva istigare atti di vandalismo: bambini che ci seguite da casa, NON FATELO!!
Ahahahahahah :-P
Grazie, DOC!
Tanti complimenti anche alla cura dei disegni e... brave, ora ci lasciate con la curiosità. ^___^
Bel colpo, ora vediamo di risolvere il mistero leggendo queste carte...