Niamh delle fate, una musa preraffaellita - Ep. 7: La separazione
Episodi precedenti:
1. Il ritratto
3: Follia
4. L'incarico
Episodio 7. La separazione
Il periodo più felice dell’amore tra Thomas
e Niamh culminò in un giorno di sole, mentre stavano facendo una delle loro
consuete passeggiate attraverso i campi che circondavano la tenuta degli
O’Brien.
Niamh aveva appena visto il quadro quasi
ultimato: una fanciulla dal dolce sorriso che guardava qualcosa di meraviglioso
che sfuggiva allo spettatore; il tutto era circondato da un’aura soffusa, e
sulla coroncina che le circondava il capo una spruzzata d’oro dava
l’impressione che una fata fosse passata di là per spargere la sua polvere
magica.
Niamh chiese come gli fosse venuta l’idea
di ritrarla in quella posa, e di conferire all’opera un’atmosfera tanto magica.
Thomas rispose:
“E’
tutto merito tuo… di quello che sei e di quello che mi hai raccontato”
Edward Hughes, Midsummer Eve |
E spiegò che i primi tempi si era sentito
inadeguato perché non sapeva che taglio dare al dipinto: voleva che comunicasse
allo spettatore qualcosa di profondo, che andasse oltre alla semplice
trasposizione di un volto su tela. Niamh, percependo la sua scontentezza, aveva
cominciato a cantargli ballate e raccontargli leggende irlandesi, cercando di
distrarlo dal suo stato d’animo cupo. Gli rivelò che la sua leggenda preferita raccontava
di una sua omonima, cioè la piccola Niamh, l’unica del villaggio ad udire i
canti delle fate che di notte danzavano in cerchio. Un giorno – nonostante
tutti le dicessero di starne lontana – si unì al cerchio delle fate, e di lei
si perse ogni traccia.
Thomas rimase stregato da questa leggenda,
tanto che decise di ritrarre la sua musa nelle vesti di una novella Niamh che
ascolta il canto delle fate. Solo lei poteva percepire la presenza del Piccolo
Popolo, e il suo sorriso era quello di chi è circondata dalla magica atmosfera
delle fate. Per questo Thomas stabilì di sottotitolare il ritratto “Niamh delle
fate”.
Non aveva quasi parole per esprimere alla
fanciulla la sua gratitudine, visto che senza i suoi racconti non avrebbe
saputo conferire all’opera lo spirito che la rendeva speciale.
“Quando mi hai raccontato quella leggenda
ho avuto un’illuminazione, ed ero così contento che avrei voluto abbracciarti”
riuscì a confessarle a occhi bassi.
“E allora perché non lo fai adesso?” Gli
domandò lei spontaneamente.
Thomas
avvampò, ma il richiamo della sua fata era così irresistibile che vinse ogni
timore e la strinse tra le sue braccia, tenendola così per un lasso di tempo
che sembrò ad entrambi eterno e brevissimo, contemporaneamente.
Disegno di Silvia |
Persi l’uno nell’altra, non si accorsero
che da dietro un albero un’esile figura dai selvaggi riccioli rossi li stava
spiando.
Il giorno dopo,
Thomas cominciò a notare qualcosa di strano in Niamh. Non era più allegra e
spensierata come al solito, era silenziosa e gli occhi cerchiati di rosso
facevano pensare che avesse pianto di recente. In più, nella stanza dove posava
si era presentata anche la sorella Kathleen, dicendo che Niamh non poteva più
stare sola con Thomas, perché non si confaceva ad una dama del suo rango. Il
pittore cercò più volte di capire il motivo del cambiamento, ma Niamh
evidentemente non voleva parlarne davanti alla sorella, e tutto quello che
Thomas ottenne fu la promessa di sapere tutto alla fine del dipinto. Il
giovane, confuso e preoccupato, si diede da fare per terminare il dipinto
velocemente e scoprire così il segreto della sua musa.
L’ultimo giorno arrivò, e Thomas era pronto
a fronteggiare la verità. Niamh era restia, anche perché Kathleen non li
lasciava un attimo ed era presente perfino in quel momento, ma Thomas fu
irremovibile. Alla fine la fanciulla spiegò, con voce tremante:
“Non te l’abbiamo mai detto, ma in realtà
il dipinto che hai appena ultimato è destinato ad un nobile austriaco… che i
miei genitori vorrebbero diventasse il mio sposo”
Thomas scosse la testa, incredulo:
“Non credo di aver capito”
“Mia sorella è destinata da anni a sposare il
conte Friedrich Von Werther – si intromise Kathleen –in modo da ottenere il
titolo nobiliare per la nostra famiglia. I Von Verther saranno anche nobili ma
non se la passano bene economicamente, devono ancora pagarci l’ultimo carico di
lino. Nonostante ciò, sembra che non siano troppo desiderosi di imparentarsi
con una famiglia di commercianti irlandesi… papà ha sempre detto che se
Friedrich vedesse Niamh non avrebbe più nessun dubbio a sposarla, per questo ha
voluto commissionare un suo ritratto da mandare in Austria. Non te l’abbiamo
mai detto perché papà è molto orgoglioso e non gli va che dobbiamo fare tutti
questi sforzi per imparentarci con una famiglia di stranieri.”
“Non può essere. Niamh, dimmi che non è
così” la implorò Thomas.
“Quanto ti ha detto Kathleen è la verità” confermò amaramente la fanciulla.
“Quanto ti ha detto Kathleen è la verità” confermò amaramente la fanciulla.
Dante Gabriel Rossetti, ritratto di Elizabeth Siddal |
Thomas si sentì come se gli avessero
inferto una pugnalata in pieno petto. Il ritratto che aveva dipinto con tanta
passione era destinato a far innamorare della sua donna un altro uomo, e tutto
questo gli era stato nascosto fin dall’inizio. Si sentì tradito da tutti, ma in
particolare da Niamh.
Senza dire una parola, si girò e uscì dalla
stanza. Il suo cavallo era già stato sellato e condotto nel giardino: ora che
aveva portato a termine il suo lavoro, gli O’Brien evidentemente non vedevano
l’ora che se ne andasse. Ed in effetti è quanto fece, galoppando a velocità
folle fino a Londra, senza voltarsi nemmeno una volta.
Invano Niamh tentò di svincolarsi dalla
sorella e sellare un cavallo per inseguirlo: le fu proibito. Voleva spiegargli
tutto, voleva rivelargli che la sera dopo il loro abbraccio Kathleen – che li
aveva sorpresi – aveva riferito tutto ai genitori. E’ per questo che le avevano
impedito di stare da sola con lui, ed è per questo che appariva sempre pallida
e stanca: tutte le notti li implorava di non mandare il ritratto in Austria,
perché amava Thomas e non voleva sposare un altro uomo.
A Londra, il
giovane pittore cominciò a frequentare le bettole dei quartieri più miseri, nel
tentativo di dimenticare l’amore tradito stordendosi con l’alcol. E’ proprio in
questo periodo che cominciarono a farsi strada nella sua mente i versi di
Keats, che aveva imparato anni fa, poiché si convinse che Niamh non era la
dolce fata che aveva sempre creduto, bensì una dama senza pietà che l’aveva
stregato e poi abbandonato.
Tali
deliri divennero per lui la realtà di tutti i giorni, senza aver più bisogno
dell’alcol a supportarli, quando seppe poco tempo dopo la triste fine di Niamh.
Passato un mese dalle nozze con Friedrich Von Werther, fu trovata morta per
cause sconosciute, con le lettere di Thomas tra le mani.
John Everett Millais, Study for Ophelia |
Nota delle autrici: i commenti più belli verranno pubblicati nell'ebook che creeremo per raccogliere tutta la storia!
Commenti
Comunque ragazze, siete bravissime!
Complimenti. Questa storia è molto coinvolgente!
Ciao ciao
Cri
:'-(
Purtroppo è una storia d'amore tragica, quando due anime così vengono separate l'esito non può che essere drammatico. Niamh è come una rosa, bellissima e preziosa ma che purtroppo non ha una lunga fioritura...
@Ele: esatto, è una storia che racconta cosa succede quando due anime gemelle sono costrette a separarsi, per obbligo delle regole imposte dalla società
@Vero: la metafora della scatola cinese è davvero calzante, si adatta perfettamente a descrivere i diversi piani narrativi che abbiamo inserito nella storia...
ottimo capitolo che ha il pregio di non allontanarsi dalla (triste) realtà in cui avete calato il racconto (parlo di realtà sociale di quel tempo)
non ci resta che aspettare di tornare ai giorni nostri e cominciare a scoprire gli indizi seminati
attendo con curiosità e un pizzico di invidia (di quella buona, sia chiaro!) per aver tessuto un'ottima trama
@Strillo: è proprio così, abbiamo voluto essere aderenti alla realtà dei tempi, all'epoca era molto rischioso innamorarsi si una persona di un ceto sociale diverso. Grazie per i complimenti, sono contenta che ti sia piaciuto l'ordito della trama!
@Luigi: non posso darvi anticipazioni sul finale... vi tocca aspettare ancora una settimana! ;-)
@Max: non è ancora finito, manca una puntata!
@DOC: è ovvio che non può finire così, io e Silvia non avremmo mai concluso la nostra storia con "Passato un mese dalle nozze con Friedrich Von Werther, fu trovata morta per cause sconosciute, con le lettere di Thomas tra le mani." La frase finale avrà tutt'altro tenore, vedrai.
Però grazie per la riflessione, che mi fa cogliere l'occasione di approfondire un argomento che mi sta a cuore.
"Colorare la vita" ha lo scopo di mettere in luce tutto ciò che colora la nostra esistenza. L'amore di Thomas ha reso la vita di Niamh fulgida, niente avrebbe potuto renderla così luminosa, e noi abbiamo narrato la storia di questi colori. Ovviamente ogni cosa ha le sue conseguenze e le conseguenze di questa passione, purtroppo, sono state tragiche. "Colorare la vita" non significa chiudere gli occhi di fronte ai problemi o negare la morte, significa prendere la vita per quella che è, anche con i suoi aspetti drammatici, e cercare di tirarne fuori il buono. La cosa più bella della breve vita di Niamh è stata l'amore di Thomas, infatti muore con le sue lettere tra le mani. Ed è un amore che rimarrà eterno... :-)
Ciao e scusate tutti per il lungo sproloquio!
@DOC: mi associo alla mia cara co-autrice, nello spiegare che il concetto di Colorare la vita non significa semplicemente "tutto liscio come l'olio" ma è soprattutto un cercare un lampo di gioia nella tristezza, una piccola fiammella che nonostante tutto quello che può accadere nella vita ci faccia dire "Non ho rimpianti, perché quel momento c'è stato a scaldare il mio cuore"! Una notte, seppur buia, che abbia avuto un solo istante di luce è comunque una notte degna di essere vissuta! Questo significa colorare la vita: trovare un lampo di luce anche nella notte più oscura!
;-)
Che cosa triste Niamh che muore, vittima sacrificale della voglia di scalata sociale della sua famiglia...
Complimenti, comunque, a Vele e Silvia. BRAVE!
@Silvia: "Questo significa colorare la vita: trovare un lampo di luce anche nella notte più oscura!"
... non ho parole!! Sei riuscita a rendere lo spirito di Colorare la vita al 100%, si vede che siamo proprio in sintonia! Metterò questa frase da qualche parte nel blog, garantito!
@Mari: sì, è vero, Niamh è una vittima sacrificale, immolata per gli interessi della famiglia...
@Gabe: purtroppo non tutte le storie d'amore possono finire con "e vissero tutti felici e contenti"!
@Darjo: grazie!! Ti aspettiamo per l'ultima puntata, allora!
@Il lago: già, purtroppo il periodo incantato di Thomas e Niamh è terminato...
;-)