Battuta di caccia - Jussi Adler Olsen
Battuta di caccia: un libro ricco di ritmo e suspense, che racconta la depravazione di un branco di giovani ricchi e viziati.
Diverso tempo fa Marsilio Editori mi ha inviato un romanzo da recensire (ringrazio vivamente il loro ufficio stampa!) e quindi eccomi a parlare di "Battuta di caccia" del danese Jussi Adler Olsen.
Si tratta del secondo libro dedicato alla Sezione Q: cliccate di seguito per leggere la recensione del primo, "La donna in gabbia".
Ritroviamo la coppia di "sbirri" Carl e Assad, personaggi riuscitissimi e divertenti come nel precedente romanzo. Al duo si aggiunge l'assistente Rose, irresistibile nei suoi atteggiamenti buffi e a tratti demenziali (irresistibile per il lettore ma non per Carl, visto che non si potrebbe definire esattamente una bellezza seducente).
Il libro si sviluppa col ritmo e la suspense già apprezzati ne "La donna in gabbia". Se possibile, però, la tematica principale è ancora più angosciante. Davvero, non pensavo ci fosse qualcosa che si rivelasse più terribile su carta di vivere le emozioni provate da Marete, una donna lasciata sola e torturata per anni in una gabbia; eppure, l'autore è riuscito a fare "di meglio". E proprio questo crogiolarsi nella depravazione mi ha messa a disagio... quasi come se l'autore più che a denunciare fosse interessato a indugiare nella crudeltà del genere umano.
Questa volta ci troviamo di fronte a un branco di giovani ricchi e viziati, che decide di svagarsi seviziando e uccidendo vittime innocenti. Ed ecco un altro paio di punti che mi hanno lasciata a dir poco perplessa:
1) Il legame troppo superficiale tra gli omicidi e la visione di "Arancia Meccanica". Troppo facile e scontato spiegare in questo modo tali azioni e demonizzare così un film che tra parentesi è un capolavoro.
2) La simpatia (o almeno, questa è la sensazione da me avvertita) che l'autore a volte sembra provare per Kimmie, l'unica ragazza del gruppo. Ha vissuto delle vicende terribili, sono d'accordo, ma questo non basta a giustificare i crimini assurdi di cui si è macchiata.
Detto ciò, non so bene che parere darvi su questo libro. Tecnicamente è scritto benissimo, originale e brillante. Però il mio giudizio è influenzato dai punti elencati sopra.
Mi piacerebbe sentire il parere di qualche altro lettore di "Battuta di caccia" per confrontarmi! ;-)
Diverso tempo fa Marsilio Editori mi ha inviato un romanzo da recensire (ringrazio vivamente il loro ufficio stampa!) e quindi eccomi a parlare di "Battuta di caccia" del danese Jussi Adler Olsen.
Si tratta del secondo libro dedicato alla Sezione Q: cliccate di seguito per leggere la recensione del primo, "La donna in gabbia".
Ritroviamo la coppia di "sbirri" Carl e Assad, personaggi riuscitissimi e divertenti come nel precedente romanzo. Al duo si aggiunge l'assistente Rose, irresistibile nei suoi atteggiamenti buffi e a tratti demenziali (irresistibile per il lettore ma non per Carl, visto che non si potrebbe definire esattamente una bellezza seducente).
Il libro si sviluppa col ritmo e la suspense già apprezzati ne "La donna in gabbia". Se possibile, però, la tematica principale è ancora più angosciante. Davvero, non pensavo ci fosse qualcosa che si rivelasse più terribile su carta di vivere le emozioni provate da Marete, una donna lasciata sola e torturata per anni in una gabbia; eppure, l'autore è riuscito a fare "di meglio". E proprio questo crogiolarsi nella depravazione mi ha messa a disagio... quasi come se l'autore più che a denunciare fosse interessato a indugiare nella crudeltà del genere umano.
Questa volta ci troviamo di fronte a un branco di giovani ricchi e viziati, che decide di svagarsi seviziando e uccidendo vittime innocenti. Ed ecco un altro paio di punti che mi hanno lasciata a dir poco perplessa:
1) Il legame troppo superficiale tra gli omicidi e la visione di "Arancia Meccanica". Troppo facile e scontato spiegare in questo modo tali azioni e demonizzare così un film che tra parentesi è un capolavoro.
2) La simpatia (o almeno, questa è la sensazione da me avvertita) che l'autore a volte sembra provare per Kimmie, l'unica ragazza del gruppo. Ha vissuto delle vicende terribili, sono d'accordo, ma questo non basta a giustificare i crimini assurdi di cui si è macchiata.
Detto ciò, non so bene che parere darvi su questo libro. Tecnicamente è scritto benissimo, originale e brillante. Però il mio giudizio è influenzato dai punti elencati sopra.
Mi piacerebbe sentire il parere di qualche altro lettore di "Battuta di caccia" per confrontarmi! ;-)
Commenti
Ti dirò che non conoscevo questo autore, pur essendo moderatamente appassionata di gialli (la mia autrice preferita nel campo è Ruth Rendell...), quindi non posso offrirti il mio parere sul romanzo.
In generale, credo che ciò che ci fa innamorare di un libro sia una complessa alchimia di stile, trama e sensazioni/sentimenti suscitati in noi dalla lettura... per quanto un autore possa essere stilisticamente impeccabile e tradurre in parola idee originali, se non si verifica un certo impatto "emotivo" non si può propriamente affermare che quella data opera ci sia piaciuta.
Ti auguro una buona giornata
Certo se è scritto bene può anche essere un bel libro - ma francamente io quando leggo preferisco leggere o grandi classici oppure storie rilassati e/o divertenti magari anche gialli ma non con una ambientazione ed una storia così truce - per di più la rassomiglianza con l'ambiente di Arancia Meccanica non mi pare una dote ..... ma solo una copiatura con modifica di qualche cosa di già scritto ! Certo le mie sono solo impressioni ma non comprerei un libro del genere ;-)
Un saluto e buona settimana carissima
P.S. Buon pomeriggio
@Arwen: penso che abbiamo gusti molto simili! Anch'io amo i classici oppure i libri rilassanti, preferibilmente fantasy! ;-)
Un abbraccio...
@Mari: grazie! Per me tutte le recensioni devono essere obiettive :-D