Scopri chi è la Dea Madre


L'antica Dea venerata come Grande Madre fa parte della mitologia universale. Ma quali sono le sue caratteristiche? Come poter ricostruire un mito così antico?

Se vuoi saperlo, sei nel posto giusto!

Scopri la Dea Madre: ecco cosa troverai in questo articolo!


  • Chi è la Dea Madre e cosa rappresenta
  • La Dea Madre mediterranea e i suoi animali sacri
  • La Dea Madre con bambino: un simbolo sopravvissuto al declino del paganesimo?
  • La triplice Dea Madre
  • La Dea Madre sarda, egizia, greca, romana e norrena
  • Un libro per riscoprire la Dea Madre
Buona lettura!

Chi è la Dea Madre

La Dea Madre è tutto: racchiude in sé il principio femminile e quello maschile, perché può generare sia la donna che l’uomo. È creatrice e distruttrice, benefica e terribile, pacifica e aggressiva. Contiene tutti gli opposti.

La Dea Madre regnava sovrana nell'immaginario dei nostri antenati. Le sue effigi fanno parte della cultura umana fin dall'epoca paleolitica.

Rappresentava la Natura, quella Natura che può sorprenderci col miracolo di un fiore in boccio, ma che ci appare crudele quando porta cataclismi e malattie. 

Ancora adesso è così, nonostante i progressi tecnologici della nostra società.
Sì, non siamo più uomini primitivi che si chiedono come mai nel cielo tuonino i fulmini, ma ci sono comunque delle cose inspiegabili nella nostra esistenza, dei fenomeni naturali che non siamo in grado di contrastare.
In noi ci sono ancora delle pulsioni primordiali, nel bene e nel male.

L’istinto di protezione che suscita un neonato, la stupita meraviglia con cui contempliamo la sua manina che afferra saldamente il nostro dito, sono le stesse che gli esseri umani provavano millenni fa e che possiamo sintetizzare con l’espressione “il miracolo della vita”. 

Qualunque donna sia stata incinta può testimoniare le reazioni che ha suscitato il suo stato; a molte gestanti può addirittura capitare che passanti sconosciuti si avvicinino per accarezzarle il pancione.

Eppure è dall’alba dei tempi che le donne procreano, non è certo una novità. Nonostante ciò, la gravidanza porta con sé sempre qualcosa di magico, che non finirà mai di stupire.
In ogni donna incinta si manifesta la bellezza delle Veneri paleolitiche.

Ma non c’è solo questo lato idilliaco.

La Dea/Natura, racchiudendo in sé tutti gli opposti, non è né buona né cattiva. È quell'energia che accomuna tutte le creature viventi, il mondo animale e vegetale. È quella forza che domina le dinamiche del Cosmo. Dinamiche tra prede e predatori, tra cielo e terra, tra giorno e notte.

La Dea Madre Mediterrannea e i suoi animali sacri

Figurine stilizzate in cui erano ritratte donne nude, le cosiddette “Veneri paleolitiche”, sono state ritrovate in un’ampia area geografica: dai Balcani alla Siberia, dall’Austria alla Francia, dalla Turchia all’isola di Creta, dalla Siria all’India.


Le sue effigi, in epoca paleolica e poi neolitica, erano spesso abbinate a rappresentazioni del regno animale. Qualche esempio? 
  • Il serpente e la farfalla, che come lei mutano in continuazione, evolvono ed emergono più forti e belli, dopo ogni cambiamento. Il serpente striscia sulla terra, simboleggia i nostri istinti più viscerali. La farfalla, invece, si libra in cielo e rappresenta il bisogno di trascendenza di ogni essere umano. Ancora una volta, gli opposti vanno a formare un “tutto” inscindibile. Siamo abituati a ragionare secondo dicotomie: maschio/femmina, dominante/dominato, buono/cattivo ecc. La Dea ci insegna che è tutto sotto il suo potere, la vita come la morte, il maschile come il femminile. Tutto merita di essere amato, rispettato e vissuto con entusiasmo. 
  • Un altro animale a lei connesso era il toro. La Grande Madre poteva essere toro o farfalla, possente o leggiadra. A volte veniva ritratta in compagnia di poderosi leopardi, oppure col volto di uccello e il corpo umano, a simbolo della sua forte unione col regno animale.
  • La connessione tra creazione e distruzione, tra luce o oscurità, è anche testimoniata dal fatto che persino alle raffigurazioni di animali feroci, spesso, venivano attribuite caratteristiche legate alla maternità e alla fertilità. Nel sito neolitico di Çatal Hüyük, per esempio, oltre alla Grande Madre attorniata da leonesse, troviamo zanne e fauci di cinghiale ricoperte da seni.

La Dea Madre con bambino: un simbolo sopravvissuto al paganesimo?

Spesso la Dea Madre era raffigurata nell'atto di partorire. Il parto è un gesto sacro, con cui si dona la vita. Non è un evento cruento, da celare, come siamo abituati a pensare nella nostra società. È un atto miracoloso, il supremo manifestarsi della creazione.

Sovente aveva un bambino al braccio o al seno, proprio come la Vergine Maria. Alcuni pensano che la Madonna sia proprio una delle tante rappresentazioni dell'antica Dea Madre. 

Un'altra affascinante ipotesi è che le varie "Madonne Nere" sparse in giro per il mondo (in tutta Europa, in America Latina, negli USA, in Russia...) siano derivate dalla Dea Madre Egizia per eccellenza: Iside.

Iside, che vediamo raffigurata qui sopra in una meravigliosa immagine proveniente dal Walters Art Museum, aveva la pelle scura (verde o nera) e, in moltissime immagini sacre, teneva il figlioletto Horus al seno o in braccio.

Mi piace pensare a questa ipotesi, perché vedrebbe una continuità tra l'altica Dea Madre paleolitica, Iside e la Vergine che continua a essere venerata ai giorni nostri.

La triplice Dea

La Dea era figlia, sposa, madre e infine vecchia saggia. Poi di nuovo figlia, sposa, madre e vecchia. Un ciclo infinito che riproduce l’eterno ritorno delle fasi lunari e delle stagioni.


La triplicità, aspetto fondamentale del suo culto, si manifesterà in moltissime Dee, in maniera trasversale: la troviamo nelle divinità sumere, greche, egizie, celtiche, norrene ecc.

Alcune Dee erano “complete”, poiché rappresentavano i tre diversi aspetti della Grande Dea (vergine-madre-regina degli Inferi), ma esistevano anche Dee che simboleggiavano solo una caratteristica. In questo caso, nel pantheon venivano loro affiancate altre due compagne per completare la trinità.

Un paio di esempi:

  • Artemide, divinità greca della Luna, rappresentava la vergine, la luna crescente. Così, accanto a lei, furono collocate due ulteriori Dee lunari: Selene (la madre, la luna piena) ed Ecate (la Signora dell’Oltretomba, la luna calante). 
  • Brigid era la divinità celtica connessa alla luce e al fuoco. La sua figura fu scorporata in Brigid della Poesia (patrona del fuoco dell’ispirazione), Brigid la Guaritrice (patrona del fuoco che dona calore e conforto) e Brigid delle Fucine (patrona del fuoco che forgia le armi).

La Dea Madre è l’antenata di tutte le Dee, l’archetipo originario. Alcune ne hanno ereditato gli aspetti benefici, altre quelli più terribili.

La Dea Madre sarda

In Sardegna , gli scavi archeologici hanno dato moltissime soddisfazioni agli appassionati del culto della Dea Madre. All'interno di tombe, grotte e santuari (come quello di Monte d'Accoddi) pre-nuragici, sono stati rinvenuti 133 idoletti di pietra, osso e argilla.
Ebbene, il 94% di queste statuine raffigurano idoli femminili! 
Altare prenuragico di Monte D' Accoddi (Sassari, Sardegna)

Andando in avanti nel corso dei secoli, la Dea Madre fu affiancata da una divinità maschile: il Dio Toro. Nell'età del rame le rappresentazioni maschili si fecero sempre più numerose, soprattutto sottoforma di statue-menhir armate di pugnale.

Questo passaggio, da un culto quasi esclusivamente femminile a un culto più prettamente maschile, è una costante di tutte le civiltà e testimonia come la Dea Madre sarda fosse la stessa Dea Madre venerata in tutto il bacino mediterraneo.

La Dea Madre nella mitologia egizia

Una Dea Madre fondamentale per la mitologia Egizia è senza dubbio Iside.



Era la Dea del Sole e della Luna, insieme.

Faceva crescere la vegetazione, governava le brezze, la luce e le fiamme. A lei erano dedicati innumerevoli templi, in cui era presente un fuoco sacro sempre acceso.

Era inoltre Dea dell’amore, della magia e della guarigione.

Aveva così tanti attributi che veniva chiamata “Dea dai diecimila nomi”.

Il suo sposo era Osiride, Dio della fertilità e dell'agricoltura.

Iside e Osiride erano così innamorati da attirare la gelosia del malvagio Seth (Dio dell'aridità e della distruzione), il quale uccise Osiride e ne occultò il cadavere. Quando, dopo molti pellegrinaggi, Iside ritrovò il corpo dell'amato, Seth lo smembrò e ne sparse i resti per tutto l'Egitto. Ma la Dea non si arrese. Con incredibile dedizione, recuperò tutti i pezzi e li ricompose. Osiride rinacque come divinità dell'Oltretomba e concepì insieme alla moglie l'amatissimo figlio Horus.

La Dea Madre nella mitologia greco-romana


Nel pantheon greco-romano, Cibele era forse la Dea che incarnava meglio la forza ancestrale della Dea Madre.

Non a caso era invocata come “La mai nata”: non aveva genitori, essendo stata generata direttamente dal Caos primordiale. Era la prima tra tutti gli Dei.

Il suo culto era antichissimo, probabilmente risale al neolitico. Nacque in Anatolia, grande penisola situata nell’odierna Turchia.

In Grecia, fin dall’età arcaica, il culto di Cibele fu diffuso da specialisti itineranti, detti i “Mendicanti della Madre”. Proprio qui, in terra achea, venne chiamata “Kibeleya”, “Kybele” o semplicemente “Meter”, ovvero “Madre”.

A Roma cominciò a essere venerata su ordine degli Oracoli a partire dal 204 a.C., durante la guerra annibalica. Venne denominata “Mater Deum Magna Idaea” o solo “Magna Mater”, cioè “Grande Madre”. Per dare idea dell’importanza del suo culto, basti pensare che il suo santuario fu posto su uno dei sette colli di Roma, il Palatino.

Cibele era la Dea degli opposti che non si annullavano, ma costituivano la stessa unità. Rappresentava l’agricoltura e la fertilità dei campi, ma anche la paura della morte e dell’ignoto.

La Dea Madre nella mitologia norrena



Freya era una Dea Madre potentissima. Non solo era patrona dell'amore, della fecondità e della lussuria, ma padroneggiava anche la magia. Fu proprio lei a far conoscere le arti occulte a Odino.

Ma di quale magia stiamo parlando? Del seiðr. Un tipo di stregoneria potentissimo, che poteva avere sia valenza negativa che positiva. Col seiðr si poteva prevedere il futuro, curare i malati, far innamorare le persone e trasformarsi in animale. Col seiðr, però, si poteva anche inaridire il raccolto, trasferire forza e intelligenza da un individuo all'altro e dispensare morte e malattia.

Nella società vichinga tali pratiche erano esercitate soprattutto dalle donne. Per un uomo era imprudente provare a cimentarsi nel seiðr, perché rischiava di venir additato come effeminato o omosessuale.

Nonostante il seiðr fosse considerato “roba da donne”, Odino fu ben felice di apprenderne i segreti. In una versione del mito, egli nacque come un essere umano: valoroso, carismatico, fortissimo in battaglia… ma pur sempre umano. Passò dall’essere un semplice condottiero al rango di Dio proprio in virtù del suo saper padroneggiare il seiðr... quindi, grazie a Freya!

Un libro per riscoprire la Dea Madre


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Leggendolo, scoprirai tante meravigliose leggende sulle antiche Dee, ma non solo: potrai anche apprendere quale divinità ti rappresenta meglio, qual è la tua pietra portafortuna, il tuo animale guida e il colore che può infonderti energia.

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Commenti

Arwen Elfa ha detto…
Interessante davvero questo post cara Ivana, e sicuramente un libro che incuriosisce e può dare informazioni valide e coinvolgenti.
Un saluto ed un abbraccio, buon pomeriggo, ottima continuazione di settimana e serena estate, per quanto possibile.
In Bocca al Lupo per le vendite del tuo libro . . .
Vele Ivy ha detto…
Viva il lupo e grazie per le belle parole di incoraggiamento!
Arwen Elfa ha detto…
Sicuramente Viva e sempre viva il lupo !
Buona giornata e continuazione di settimana

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