Nella stanza chiusa, la fiaba gotica di F. H. Burnett

Forse non abbiamo idea di quanti capolavori della letteratura siano stati dimenticati. Libri che hanno avuto successo nei secoli passati, ma che ai nostri tempi non vengono più ristampati.

"Nella stanza chiusa" di Frances Hodgson Burnett ha rischiato di fare questa fine. L'autrice è famosa per "Il piccolo lord", "La piccola principessa" e "Il giardino segreto", ma gli altri libri che ha scritto sono finiti un po' nel dimenticatoio.

Per fortuna, la Caravaggio Editore ha deciso di ristampare "Nella stanza chiusa", per la prima volta in versione integrale, con le illustrazioni dell'epoca, annotazioni e commenti (di Enrico De Luca) e una copertina che si rifà a quella originale.
L'unico appunto è che le illustrazioni sono tutte alla fine, come un'appendice a sé stante, mentre avrei preferito che fossero messe all'interno del testo come nell'originale. Ma per il resto, si tratta di un'edizione bellissima.

È un libro molto breve, più che un romanzo lo definirei un racconto lungo. Ma nella sua brevità, l'ho trovato superiore agli altri romanzi citati della stessa autrice.

"Nella stanza chiusa" ha in sé una profondità e un mistero che raramente ho trovato in altri libri... forse solo in "Giro di vite" di Henry James.

"Nella stanza chiusa": la storia


La piccola Judith vive con i genitori in un sobborgo industriale vicino alla ferrovia, tormentata dal caldo e dall'incessante passaggio dei treni.
Trova conforto nel mondo della fantasia, dove sogna spesso di incontrare la zia Hester, morta in giovane età.

Un giorno, i suoi genitori vengono incaricati di custodire una casa in campagna. La famiglia si trasferisce così nella magnifica abitazione in mezzo al verde, grande e silenziosa.

All'interno della casa, c'è una stanza chiusa dove è vietato entrare. Judith si sente attratta dalla misteriosa camera e ben presto scoprirà di essere l'unica in grado ad aprirla. E all'interno ci troverà una nuova amica...

"Nella stanza chiusa": lo consiglio?


La misteriosa stanza chiusa è un topos della letteratura mondiale (pensiamo, ad esempio, alla fiaba di "Barbablù"). È facile cadere nel banale con un incipit così. Invece la Burnett lo interpreta in modo personale e profondo.

Fin dalla prima riga percepiamo che Judith è una bambina particolare, che andrà incontro a un destino speciale. Ma quale? Non lo rivelo per non fare spoiler, però è qualcosa di tragico e delicato allo stesso tempo.

Lo stile è adatto alla storia, è chiaro e scorrevole e ha una grande capacità di trasmettere al lettore le immagini descritte, come se le avessimo davanti agli occhi.

Trovo difficile parlare di un libro così breve senza svelare il finale, quindi consiglio di leggerlo! Se amate le fiabe e la letteratura gotica vi affascinerà di sicuro!

Commenti

Arwen Elfa ha detto…
Ciao Ivana, finalmente sono tornata in giro.
Bel consiglio conosco l'autrice e gli altri tre libri ma devvo ammettere che non sapevo del racconto di cui parli "nella stanza chiusa"
Un saluto, serena settimana ed a presto
Vele Ivy ha detto…
Ciao Arwen, sono molto contenta che tu sia tornata!!

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